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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via (ex Piazza) Sora (R. VI – Parione) (da Corso Vittorio Emanuele II a via del Governo Vecchio)

Il nome della contrada era “Pozzolo bianco” [1]

Il fratello del  cardinale Nicolò Fieschi, Urbano Fieschi, conte di  Lavagna [2], protonotario di Sisto IV (Francesco Della Rovere - 1471-1484), creato cardinale da Alessandro VI (Rodrigo Borgia - 1492-1503), abbattute alcune casupole, sorte sui ruderi di un vecchio palazzo dei Savelli, costruì un nuovo palazzo [3]. Dice infatti l’Albertini (1510): “Et domus, apud Puteum Album, quam Urbanus Lavaniae comite card. Flisco ampliata est, ac variis picturis decorata”.

Ma dopo la fallita congiura dei Fieschi contro i Doria (2 gennaio 1547), essendo la fortuna dei Fieschi in declino, il palazzo passò ai Savelli, dai quali lo comprò, nel 1579, Gregorio XIII (Ugo Boncompagni - 1573-1585) per suo figlio Giacomo [4], al quale, nel 1578, aveva fatto acquistare il ducato di Sora e la contea di Arpino.

Il figlio di Gregorio XIII, Giacomo Boncompagni, duca di Sora, andò ad abitare nel suo palazzo solo alla morte del padre, nel 1585, quando cioè Sisto V (Felice Peretti - 1585-1590) lo sfrattò dal palazzo Colonna a Santi Apostoli(palazzo del Vaso - vedi piazza SS Apostoli Trevi), a beneficio della propria sorella Camilla Peretti che lasciò così l’abitazione a via dei Leutari (vedi Parione).

Quella che oggi è la via Sora, era una volta la piazza Sora dove era l’ingresso principale il palazzo.

Per la costruzione del Corso Vittorio Emanuele, fu necessario tagliare una parte dell’edificio, facendolo corrispondere al filo della nuova strada e, decorandolo con architettura  eguale alla facciata primitiva (attribuita in parte al Bramante), adattandovi il portone, che stava nella piccola piazza Sora. I due piani superiori furono aggiunti in tempo di decadenza.

Il palazzo, dopo il cardinale Trivulsi, il cardinale Medici (Pio IV), l’Accademia dei Quiriti e un restauro del 1830, servì da caserma anche dopo il 1870, fino al 1883.

Solo nel 1892, dopo che fu passato al Comune, fu adibito ad uso del Liceo "Terenzio Mamiani", oggi emigrato in via delle Milizie, e sostituito dalla scuola "V. Gioberti".

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[1] )            Una cisterna, prossima ad un palazzo di Urbano Fieschi conte di Lavagna, protonotario di Sisto IV (1471-84), dette il nome alla località.

[2] )            Genovese e fratello di Santa Caterina Fieschi.

[3] )            Annessa una torre chiamata appunto "turris de Flisco”.

[4] )            I Boncompagni erano una famiglia bolognese,  oriunda dell’Umbria, di "mezzo ceto”, che fece la sua fortuna quando il figlio di Carlo Boncompagni e Angela Marescalchi salì al soglio pontificio col nome di Gregorio XIII. Fu nel 1734 che i Boncompagni, per successione dai Ludovisi, ebbero da Filippo V il principato di Piombino e l’isola d’Elba, con la pienezza di  diritto sovrano. Così i Boncompagni-Ludovisi-Ottoboni, ebbero tre papi: Gregorio XIII (Ugo Boncompagni - 1573-1585), Gregorio XV (Alessandro Ludovisi - 1621-1623), Alessandro VIII (Pietro Vito Ottoboni - 1689-1691).

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